Il pittore Elio de Zanna è stato il mio iniziatore al mondo magico della natura di Cortina d’Ampezzo, dove sono nato nel 1945; a Venezia ho frequentato il liceo artistico, terminando i miei studi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ho smesso di fare il pittore perché era un mondo ormai in evidente declino.
Però sono sempre stato un artista. Ho deciso come mestiere quello del fotografo e l’ho percorso tutto sino alla fine senza tradire mai le mie passioni. Questo ha fatto sì che oggi io possa dedicarmi alla fotografia quanto ad altre forme d’arte analizzando le cose con mille occhi tramite l’immagine e le installazioni.
Ho lavorato molto per l’editoria cercando di espanderne i limiti, lottando in un ambito che considerava la fotografia marginale e meramente documentaristica.
I tanti anni di lavoro per l’editoria scolastica mi hanno aiutato a sviluppare una particolare sensibilità nell’osservare i molteplici aspetti della vita, affinando la mia attenzione al mondo dell’infanzia.
Fotografando ho anche scoperto che non esiste un solo modo di essere: i baraccati, le prostitute, gli zingari sono stati dei soggetti da cui ho imparato cosa vuol dire essere diversi.
Per vivere ho dovuto fare anche pubblicità, moda, still life, sperimentando, a volte con risultati soddisfacenti.
Negli ultimi anni, dedicandomi al riordino del mio archivio fotografico, mi sono reso conto di quante tematiche avevo affrontato, di quanto ho viaggiato e con quali insolite modalità ho fotografato, ad esempio reinventando la favola di Pinocchio per le strade di New York, o come ho documentato le giornate di un piccolo apprendista pastore della bergamasca, o come ho realizzato la mappa del
mondo con chicchi di riso per una monografia.